Papa Pio XII |
La lettera è datata 4 agosto 1942. Appena cinque mesi prima, il 10 febbraio 1942, il rabbino capo di Zagabria aveva voluto rivolgersi direttamente all'inviato del Papa, il vescovo benedettino Giuseppe Marcone, come racconta il suo segretario, don Giuseppe Masucci. «Il rabbino Freiberger - ha detto don Masucci - mi si presenta tutto trafelato e mi comunica che la città è piena di manifesti annunzianti la presentazione alla polizia di tutti gli ebrei, senza alcuna distinzione. Gli rispondo che l'indomani avrei chiesto di parlare col Capo della Polizia chiedendo spiegazioni a riguardo. Soggiunse che il caso era molto urgente, perché nella notte avrebbero già arrestati tutti». Il tentativo, come ricordò poi il prete, valse «almeno» a far riconoscere che «i matrimoni misti non debbono più considerarsi come ebrei, ma come facenti parte della Chiesa Cattolica». L'abate Marcone inoltre organizzò «il trasporto di un piccolo gruppo di bambini ebrei, tra cui vi era anche il figlio del rabbino capo di Zagabria, che, attraverso l'Ungheria e la Romania, furono condotti al sicuro nella neutrale Turchia».
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