L'ex ministro degli Interni della Croazia, Josip Boljkovac, è stato arrestato oggi perché sospettato di crimini di guerra commessi nel 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale, quando apparteneva alle forze dei partigiani jugoslavi comandate dal maresciallo Josip Broz Tito e alla polizia segreta comunista denominata Ozna. Boljkovac sarebbe indagato per una serie di uccisioni sommarie di prigionieri di guerra, in maggioranza croati appartenenti alle formazioni filonaziste sconfitte nella Seconda guerra mondiale, nel maggio del 1945 in un campo di prigioni nei pressi di Karlovac, a 60 km a sud di Zagabria. Boljkovac, 89 anni, durante la guerra era partigiano comunista per poi diventare uno dei comandanti della polizia segreta nella regione di Karlovac.
Secondo indagini condotte da organizzazioni per la difesa dei diritti umani nel campo di Dubovac sono state uccise almeno 220 persone e Boljkovac sarebbe responsabile in modo indiretto, in qualità di comandante. Secondo il suo legale, Anto Nobilo, l'ex ufficiale sarebbe indagato per un altro simile caso commesso da un reparto montenegrino dell'armata jugoslava. Boljkovac ha sempre negato tutte le accuse. Nel 1991 si è unito alla Comunità democratica croata (Hdz, conservatori), formazione politica del defunto presidente Franjo Tudjman che ha combattuto per l'indipendenza del Paese dalla Jugoslavia, ed è subito diventato il primo ministro degli Interni della Croazia. Da una parte della destra politica da anni giungono richieste afffinché i crimini di guerra commessi dai partigiani titini ai danni dei nazionalisti croati vengano processati, ma finora la magistratura non ha mai formalmente incriminato nessuno. L'arresto di oggi giunge in un clima preelettorale teso e secondo la stampa la persecuzione dei crimini comunisti potrebbe essere usata dall'Hdz come modo di riavvicinarsi all'elettorato di destra.
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