14.1.14

Stragi naziste, inchiesta sugli italiani uccisi a Oradour-sur-Glane

La procura militare di Roma ha aperto un'inchiesta sull'uccisione di alcuni italiani da parte dei nazisti in Francia nella Seconda guerra mondiale. Nel mirino del procuratore Marco De Paolis l'eccidio di Oradour-sur-Glane, nel quale furono trucidati 642 civili tra cui una emigrante italiana e sette dei suoi nove figli.

I fatti risalgono al pomeriggio del 10 giugno 1944, quattro giorni dopo lo sbarco anglo-americano in Normandia. Responsabile della strage il reggimento «Der Fuhrer» della 2/a divisione corazzata SS «Das reich». In quei giorni la divisione subì diversi attacchi da parte dei partigiani, in uno dei quali venne rapito e dopo alcuni giorni ucciso un ufficiale. La morte venne scoperta il 9 giugno dagli uomini del 1/o battaglione del reggimento «Der Fuhrer» e, subito, scattò la rappresaglia.
Il primo paese che si trovava sulla strada delle SS era appunto Oradour-sur-Glane, vicino a Limoges, nel sudovest della Francia. I nazisti fecero un rastrellamento, ordinarono agli abitanti di radunarsi nella piazza, parlando di un «controllo di documenti». Invece, gli uomini vennero condotti in alcuni granai e trucidati a colpi di mitragliatrice, mentre donne e bambini furono arsi vivi all'interno di una chiesa che prese fuoco dopo l'esplosione di alcune bombe.

Finita la guerra il paese non fu ricostruito e venne lasciato come un museo a cielo aperto, per conservare la memoria di quella strage, diventata un simbolo della barbarie nazista. Tra le persone uccise anche alcuni italiani, che il procuratore Marco De Paolis, come primo atto dell'inchiesta appena avviata, vuole formalmente identificare. Dai documenti già acquisiti, come riporta l'Agenzia Ansa, risulta che tra le vittime vi fu Lucia Zoccarato e sette dei suoi nove figli. A Oradour-sur-Glane c'è anche la loro lapide, accanto a centinaia di altre. Lucia Zoccarato era emigrata in Francia nel 1927, insieme al marito Giuseppe Antonio Miozzo (che scampò al massacro perché si trovava in Germania in prigionia) e ai loro primi tre figli. La famiglia era originaria di San Giorgio delle Pertiche, nel Padovano.

Per la strage vennero processati in Francia, nel 1953, una ventina di imputati, tra militari tedeschi e alsaziani arruolati nelle SS: vi furono due condanne a morte, 12 ai lavori forzati, 6 condanne a pene detentive e una assoluzione, ma una successiva amnistia commutò le condanne a morte e permise la scarcerazione degli altri condannati. Le indagini sono state riaperte di recente anche in Germania e, nelle settimane scorse, la procura di Dortmund ha incriminato in relazione alla strage un ex militare tedesco di 88 anni. Nell'inchiesta aperta dal procuratore militare De Paolis, secondo quanto si è appreso, allo stato non vi sono ancora indagati.

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