Sandor Kepiro |
Sandor Kepiro, accusato di crimini di guerra commessi in Serbia nel 1942 ma che era stato assolto lo scorso luglio, è morto a Budapest all'età di 98 anni. Kepiro, che era molto malato e che aveva presenziato al suo processo su una sedia a rotelle e con largo impiego di medicinali, era in ospedale da metà luglio.
Ex capitano di gendarmeria, era accusato di crimini contro civili serbi e ebrei nell'ambito della strage compiuta a Novi Sad, in Voivodina (nord della Serbia), nel gennaio 1942, quando, dopo l'invasione della Serbia da parte della Wehrmacht tedesca, appoggiata dall'esercito ungherese, militari e gendarmi ungheresi trucidarono migliaia di civili serbi, ebrei e partigiani.
Al massacro di Novi Sad presero parte circa 200 pattuglie, di 10-12 persone l'una, Kepiro era al comando di una di queste ed era accusato in particolare dell'uccisione di 36 persone da lui ordinata personalmente.
La procura ungherese l'aveva incriminato lo scorso febbraio, e il processo a suo carico si era aperto in maggio. Kepiro aveva sempre negato ogni responsabilità e nel corso del processo aveva ripetutamente affermato che non vi era stata alcuna strage e che lui era innocente. Il tribunale di Budapest, con la sentenza di primo grado, l'aveva assolto il 18 luglio scorso, e la procura aveva presentato appello. La difesa si era basata sul fatto che i responsabili del massacro di Novi Sad, fra i quali lo stesso Kepiro, furono giudicati e condannati già nel 1944 dalla stessa giustizia militare del regime filo-nazista ungherese di Miklos Horthy. Allora a Kepiro erano stati inflitti dieci anni di reclusione. Successivamente tuttavia lo stesso Horthy, in qualità di capo dello stato, aveva cancellato tale verdetto. Nell'ordinamento giuridico ungherese nessuno può essere giudicato due volte per lo stesso reato. L'assoluzione di Kepiro aveva provocato critiche e proteste in Serbia e a Novi Sad in particolare, ma anche polemiche in Ungheria fra estremisti di destra e forze antifasciste.
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