30.8.11

Così Eichmann voleva tornare in Germania nel 1956

Adolf Eichmann, l'ufficiale nazista che gestì la deportazione e lo sterminio degli ebrei durante il Terzo Reich, voleva tornare in Germania e consegnarsi alla giustizia nel 1956: è quanto emerge in un libro della storica Bettina Stangneth. Il volume, dal titolo "Eichmann prima di Gerusalemme", ripercorre gli anni dell'architetto dell'Olocausto successivi alla fine della guerra, quando l'ex tenente colonnello delle Ss fece perdere le sue tracce in Argentina dopo essere fuggito da un campo americano per prigionieri di guerra.
Secondo recenti indiscrezioni raccolte dalla stampa tedesca, Eichmann poteva essere catturato già nel 1952, cioè otto anni prima del suo arresto nel 1960, poichè già in quell'anno i servizi segreti della Germania sapevano che si nascondeva in Argentina. Tuttavia, la Stangneth sostiene che il "tecnico della morte" della Gestapo pensava di tornare in patria almeno quattro anni prima della sua cattura. Nel 1956, secondo la storica, l'ex ufficiale nazista scrisse una lettera all'allora cancelliere della Germania dell'Ovest, Konrad Adenauer, in cui dichiarò: "E' ora di rinunciare al mio anonimato e di presentarmi". Sempre nella missiva, il 50.enne Eichmann, che in quel periodo viveva nei sobborghi di Buenos Aires sotto il falso nome di Ricardo Klement, scrisse inoltre che voleva tornare in Germania per spiegare ai giovani cosa realmente successe durante il regime di Hitler. Dopo la sua cattura, Eichmann venne deportato in Israele,condannato a morte da un tribunale di Gerusalemme il 15 dicembre del 1961 e impiccato la notte del 31 maggio del 1962.
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